Stato (71.740 kmq; 5.160.000 ab.) dell'Africa
occidentale. Confina a Nord e a Est con la Guinea, a Sud-Est con la Liberia; a
Sud-Ovest si affaccia sull'Atlantico. Capitale: Freetown. Città
principali: Koidu, Bo, Kenema, Makeni. Ordinamento: Repubblica. Il potere
esecutivo è esercitato dal presidente della Repubblica, eletto ogni
cinque anni; il legislativo da un'Assemblea nazionale composta da 124 membri,
eletti anch'essi ogni cinque anni. Moneta: leone. Lingua ufficiale: inglese;
largamente diffuso tra i numerosi dialetti è il krio, la lingua dei
creoli. Religione: musulmana e animista. Popolazione: è costituita in
prevalenza dai gruppi etnici Temne e Mende; sono presenti anche minoranze di
Kuranko, Limba, Sherbro, Peul.
GEOGRAFIA
Morfologia: il territorio della
S.L. è caratterizzato da una regione montuosa interna, che culmina
nei Monti Loma (1.941 m), e da un altopiano leggermente inclinato verso
Sud-Ovest. Quest'ultimo termina in una fascia costiera costellata da vaste
lagune e rotta da profondi estuari, per lo più fronteggiati da isole
(Sherbro) e isolotti. Dal punto di vista geologico, il Paese rientra nella
più vasta e antica regione del Futa Gialon, che ha subito processi di
ringiovanimento ed è stata interessata da vistosi fenomeni vulcanici (ne
restano tracce nelle formazioni intrusive, graniti, benché i terreni
arcaici e paleozoici siano in prevalenza costituiti da scisti e da arenarie).
Lungo il confine settentrionale si trovano, a grande profondità,
giacimenti di ematite, mentre lungo la costa sono le coperture argillose.
║
Idrografia: i fiumi principali hanno origine nei rilievi interni
e nei versanti del massiccio del Futa Gialon; sono di corso piuttosto breve e
procedono quasi parallelamente l'uno rispetto all'altro. La navigazione è
ostacolata, e in alcuni casi impedita, dalle frequenti cascate e cateratte. Il
fiume più importante è il Great Scarcies, che sfocia
nell'Atlantico con un estuario quasi contiguo a quello del Little Scarcies; gli
estuari di entrambi sono navigabili. Il Rokel e il Port Loko condividono il
medesimo estuario, che è il maggiore del Paese e accessibile anche ai
bastimenti di grande pescaggio, su cui sorge Freetown. Altri fiumi non sono
accessibili dal mare a causa del consistente deposito di materiale terroso alla
loro foce che ha bloccato gli estuari; è questo il caso del Bum, del Moa
e del Mano (che segna per un lungo tratto il confine con la Liberia). ║
Clima: la stagione delle piogge (maggio-ottobre) si alterna con la
stagione secca e ventosa. La piovosità è eccezionalmente alta: la
media annua oscilla tra i 2.500 e i 4.000 mm; elevata è anche la
temperatura. Le precipitazioni decrescono procedendo verso l'interno, ove anche
la temperatura si fa più mite. Il vento
harmattan soffia durante
la stagione asciutta all'interno del continente. ║
Flora: la forte
piovosità ha determinato lo sviluppo della foresta equatoriale, la quale,
tuttavia, a causa dello sfruttamento dell'uomo, sussiste ora solo in alcune
aree, fra cui quella in prossimità del confine liberiano. Lungo i fiumi
si estende la foresta a galleria, mentre a Nord, dove il clima è
più secco, predomina la savana. Il tratto intermedio fra foresta e savana
è occupato dalla boscaglia; sulla costa cresce rigogliosa la mangrovia.
La foresta offre legni pregiati, tra cui l'ebano, l'albero dello zolfo, il legno
corallo. La vegetazione comprende anche il baobab, l'albero del pane, l'albero
del burro, la quercia da sughero. ║
Fauna: si annoverano scimmie,
ippopotami, coccodrilli, antilopi, leoni, leopardi rinoceronti e serpenti; nella
foresta, inoltre, è diffusa la mosca tsè-tsè, che causa la
malattia del sonno.
Cartina della Sierra Leone
ECONOMIA
L'economia del Paese subì un brusco rallentamento a partire
dal 1992, data di inizio della guerra civile, nominalmente terminata nel 2001.
║
Agricoltura: benché più
del 50% della superficie territoriale sia costituita da arativo o occupata da
colture arborescenti, il suolo è in genere poco fertile. La coltura
principale è il riso, coltivato nelle aree paludose costiere e in quelle
collinari interne, per lo più con tecniche di terrazzamento. Accanto al
riso vengono prodotti altri cereali (mais, miglio, sorgo), tuberi (batata,
manioca) e le colture a destinazione industriale, quali la palma da olio, il
cacao (presente nella parte orientale del Paese), il caffè (coltivato
nella zona settentrionale). ║
Allevamento:
prevalentemente
bovino, è praticato soprattutto nelle regioni settentrionali. Le acque
costiere sono ricche di pesci, ma gli indigeni, sprovvisti di navi d'altura e di
mezzi di conservazione, ne traggono scarso vantaggio. ║
Risorse
minerarie: nonostante non riescano a essere sfruttate appieno, le vere
ricchezze della
S.L. sono rappresentate dai suoi giacimenti. Il suolo alluvionale
di Blama, nella zona di Kenema, è uno dei principali distretti
diamantiferi del Paese; negli anni
Trenta del XX sec. ebbe inizio anche lo sfruttamento dei ricchi giacimenti di ferro,
situati in gran parte della zona di Marampa. La bauxite si trova invece nel Sud-Ovest
del Paese, nelle Colline Mokanji. Altri minerali presenti nel sottosuolo sono la cromite, il
platino e il rutilo (importante con lo sviluppo dell'industria
missilistica). ║
Industria: le industrie tradizionalmente comprendono
impianti per la lavorazione dei prodotti agricoli e forestali (a Kenema, Hangha
e Panguma) e dei diamanti (a Freetown). Il già carente settore dei trasporti è stato
profondamente danneggiato dalla situazione politica interna. La
bilancia commerciale con l'estero è fortemente passiva.
STORIA
Il periodo precedente l'arrivo degli Europei in
S.L. è privo di documentazione certa, così come poco si sa
del tipo di popolazione ivi esistente. La prima relazione sul Paese si deve al
portoghese Pedro de Sintra, che vi sbarcò nel 1462 e gli diede il nome di
Serra Leāo per il vago profilo di leone che presentava la montagna
sovrastante l'attuale Freetown. Nel secolo successivo la
S.L., e in
genere l'intero golfo di Guinea, divenne la meta privilegiata di navi europee
che guardavano con interesse sempre crescente alla possibilità di
esportare schiavi e di sfruttare i notevoli giacimenti d'oro presenti nella
zona. Nel 1767 il filantropo inglese G. Sharp scelse la
S.L. come luogo
ove fare arrivare gli schiavi liberati, i quali assunsero immediatamente una
posizione privilegiata nei confronti degli autoctoni sia per il regime di
protezione attuato nei loro confronti dal Governo inglese, sia, soprattutto, per
la loro maggiore disponibilità economica. Nel 1792, anno di fondazione
della città di Freetown, vi fu l'insediamento del primo governatore
britannico: nel 1808 Freetown venne nominata, insieme al suo prossimo
entroterra, colonia della Corona. Sempre più vaste annessioni fecero in
modo che il territorio dipendente dalla città venisse organizzato in
protettorato nel 1896; nello stesso periodo iniziò una più chiara
definizione dei confini dello Stato rispetto a Liberia e Guinea (accordi del
1895-1911). Nel 1951 in
S.L. furono introdotte prime forme di autogoverno
che divennero sempre più importanti con l'ingresso di un numero sempre
più esteso di Africani nelle amministrazioni pubbliche, specie dopo gli
atti costituzionali del 1953 e del 1958. I maggiori partiti furono il Partito
popolare della
S.L., guidato da Milton Margai, il Congresso del popolo e
il Consiglio nazionale della
S.L. Nel 1960, anno dell'unificazione
amministrativa delle zone interna e costiera, Margai riuscì a creare un
fronte politico unico inteso al raggiungimento dell'indipendenza, che fu
proclamata il 27 aprile 1961. Il Paese rimase comunque nell'ambito del
Commonwealth britannico che vi mantenne un governatore generale in
rappresentanza della regina Elisabetta. Il Partito popolare, capeggiato da M.
Margai fino alla morte (1964), quindi dal fratello Albert, rimase alla guida del
Paese fino 1967, anno delle elezioni, vinte dal Congresso del popolo, ma
soprattutto dell'incruento colpo di Stato militare messo in atto dal colonnello
A. Juxon Smith. Questi, che si era pubblicamente impegnato nell'attuazione di
numerose riforme che in realtà non accennò a realizzare, fu a sua
volta deposto nell'aprile 1968 da un gruppo di ufficiali a lui subalterni che
mantennero il potere per pochi mesi, per poi riconsegnarlo nelle mani dei
civili. Primo ministro fu nominato S. Stevens, già leader
dell'opposizione guidata dal Congresso del popolo. La situazione interna,
gravata da numerose difficoltà economiche e socio-politiche legate anche
alla rivalità esistente tra le varie etnie, sfociò nel 1971 in un
altro tentativo di colpo di Stato. Il primo ministro chiese allora aiuto alla
Guinea, che rispose alla richiesta con l'invio di alcune truppe che garantirono
a Stevens la possibilità di proclamare la Repubblica, della quale divenne
presidente. Nel 1973 le elezioni confermarono la vittoria del Congresso del
popolo e nel 1976 Stevens venne riconfermato alla presidenza anche se, dopo le
elezioni dell'anno successivo, dovette cedere alcuni seggi all'opposizione. Nel
1978 egli fece modificare la Costituzione dando vita a un regime monopartitico,
ma il permanere delle tensioni interne e della crisi economica, accompagnata
dalle continue rivendicazioni di tipo sindacale, lo obbligarono a proclamare lo
stato di emergenza (1981) e a indire nuove elezioni nell'aprile 1982. Malgrado
la lista unica, molti deputati uscenti furono sconfitti e Stevens fu costretto a
formare un nuovo Governo, che subì poi un rimpasto nel 1984. Nel 1985 il
Congresso del popolo nominò un nuovo presidente di partito, il comandante
delle Forze armate J. Momoh, che nel dicembre dello stesso anno sostituì
Stevens a guida dello Stato. Il suo Governo si rivelò fallimentare (nel
1987 un ulteriore colpo di Stato fu sventato e i suoi organizzatori condannati a
morte) e il Paese fu indebolito dal suo coinvolgimento nel conflitto civile
scoppiato in Liberia (1989). Nell'aprile 1992 Momoh fu rovesciato da un colpo di
Stato capeggiato da alcuni giovani ufficiali, guidati dal capitano V.E.M.
Strasser, contro cui si sviluppò subito il movimento di guerriglia del
Fronte rivoluzionario unito (RUF) di F. Sankoh. Nel gennaio 1996 un nuovo colpo
di Stato consegnò il potere nelle mani del generale J. Maada Bio, il
quale permise lo svolgimento di elezioni generali multipartitiche che videro la
vittoria del Partito popolare della
S.L. il cui leader, A.T. Kabbah, fu
nominato nuovo presidente della Repubblica. Nel settembre 1996 ci fu un altro
tentativo di golpe che spinse il presidente Kabbah e il leader del Fronte
rivoluzionario unito F. Dankoh a raggiungere un accordo per fare cessare gli
oltre 5 anni e mezzo di guerriglia civile (30 novembre 1996): nonostante
ciò, però, i tafferugli non si interruppero. Nel maggio 1997 un
Consiglio rivoluzionario delle Forze armate, capeggiato dal colonnello J.P.
Koroma, allontanò Kabbah dal potere costringendolo all'esilio, e
saccheggiò Freetown. Nonostante l'intervento dell'ECOMOG, la speciale
Forza di intervento della Comunità Economica dell'Africa Occidentale,
Koroma divenne il nuovo presidente della
S.L. nel 1997. Nel febbraio 1998
le forze dell'ECOMOG, capeggiate da Nigeriani, assunsero il controllo di
Freetown, esautorando di fatto Koroma che venne sostituito da Kabbah, tornato
dall'esilio. La situazione rimase comunque tesa e la guerra civile coinvolse
anche Nazioni quali la Nigeria e la Liberia. Nel luglio 1999 venne firmato
l'Accordo di Lomé, che affidava a F. Sankoh la vicepresidenza della
Repubblica e garantiva ai guerriglieri del RUF l'amnistia per i reati commessi;
il patto venne vanificato dall'azione dei ribelli che, nel maggio 2000,
catturarono circa 500 caschi blu dell'ONU. Nello stesso mese il Regno
Unito inviò nel Paese un contingente di 250 paracadutisti per garantire
la sicurezza degli Europei in fuga dalla
S.L. Sankoh venne arrestato
dalle truppe regolari e consegnato al contingente britannico, mentre gli scontri
continuarono, provocando centinaia di vittime, in particolare tra i civili. Dopo
il rilascio dei caschi blu (luglio 2000), il Consiglio di sicurezza
dell'ONU dichiarò l'embargo totale per 18 mesi, con lo scopo
di impedire il contrabbando di diamanti dalla
S.L. verso gli Stati
vicini, fonte di finanziamento per gli armamenti del RUF. A seguito della
precaria situazione interna e internazionale il Governo stabilì che le
elezioni amministrative e presidenziali, inizialmente previste per il 2001, non
si tenessero prima del maggio 2002. Nel 2001 proseguì la guerra civile
tra le truppe governative e il RUF, anche se nel mese di marzo i ribelli
dichiararono di voler deporre le armi per proseguire la lotta con strumenti politici.
Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre contro le Torri Gemelle e il Pentagono,
il "Washington Post" pubblicò una serie di rivelazioni in base alle quali la rete
terroristica di Bin Laden, Al Qaeda, si sarebbe finanziata commerciando i diamanti provenienti
dalla
S.L. Grazie alla presenza massiccia dei caschi blu, nel maggio 2002 si
poterono svolgere le elezioni, trionfalmente vinte dal presidente uscente Kabbah. Nel luglio
dello stesso anno le truppe britanniche, incaricate di mantenere per due anni l'ordine nel
Paese, lasciarono la
S.L. La fase finale del ritorno alla normalità si ebbe nel
febbraio 2004 con il completamento del disarmo dei combattenti della guerra civile. Nel
marzo 2004 venne approntato un tribunale internazionale, sostenuto dall'ONU, per il processo
ai capi di entrambe le fazioni implicate nella guerra civile. Nel maggio dello stesso anno
si tennero le prime elezioni amministrative in oltre 30 anni. In settembre l'ONU venne
ufficialmente sostituito dalle truppe locali nel controllo e nella garanzia della sicurezza
pubblica del Paese. Nel dicembre 2005 gli ultimi contingenti di pace dell'ONU lasciarono
definitivamente il Paese.